Si ha spettacolo ogni volta che qualcuno mostra il coraggio di affermare, che il suo corpo, non è il suo, ma corpo di altri. Naturalmente occorre che ci sia un pubblico disposto a stare al gioco. Da dove nasce questo piacere?  E' un piacere andare a teatro. Perchè?
Personalemente potrei, annoiarvi con tutto un discorso mio sulle emozioni interiori, nozioni di psicologia varia, ecc. Ma questo blog ha tutt'altro scopo.
Innanzitutto:
Quando nasce?
Dove?
Dove vengono allestiti gli spettacoli?
Qual è la funzione del teatro?
Quale funzione hanno gli attori?
Quali sono i generi principali?
Quali gli autori più importanti?
Cercherò brevemente di fare un excursus sulla nascita e l'evoluzione del teatro dalle origini ai nostri giorni.
 
Il teatro nasce in Grecia tra il VI-IV sec. a.C. L’edificio teatrale è un anfiteatro a gradinate.



 
Il teatro e gli attori hanno un’importante funzione, collegata al mito.I generi proposti sono la Tragedia e la Commedia. Gli autori più importante: Eschilo, Sofocle, Euripide e Menandro.
 
Dalla Grecia il teatro passa a Roma nel II sec a.C. - I sec. d. C. L'anfiteatro assume la forma ellittica. Il teatro perde la sua funzione religiosa è diventa puro spettacolo. Prevale la Commedia e gli autori sono: Plauto e Terenzio.
 

 
 
Nel Medioevo il teatro non ha più un luogo, si sposta nelle piazze, ritorna ad essere prettamente religioso e fatto da attori non professionisti.
 L'evoluzione avviene nel Rinascimento. In Italia si riscopre il mondo classico e si recuperano i generi tradizionali. Nasce così la Commedia dell'arte, basata su canovacci. Nello stesso periodo in Inghilterra domina il teatro elisabettiano con William Shakespeare (1564-1616).
Nella Commedia dell'arte, gli attori ritornano ad essere professionisti, non esistoni più gli autori, si recita sulla capacità di improvvisazione;seguendo appunto un canovaccio.
 

Nel Seicento il teatro si cristalizza nelle imitazioni del teatro classico o nelle improvvisazioni della commedia dell’arte In Italia nasce il melodramma (Pietro Metastasio). Il palcoscenico è sempre più lontano dal pubblico ed è inquadrato dietro un arco scenico.
Nel Settecento in Italia e in Europa il rapporto frontale è diventato istituzione. Si afferma la classe borghese: declino della tragedia e sviluppo della commedia come satira sociale. Autore principale Carlo Goldoni (1707-1793).
Nell' Ottocento l'edificio teatrale è situato al centro della città e strutturato in modo rigido (luogo per lo spettacolo e luogo per il pubblico, diviso per classi sociali). Con l’illuminazione a gas (seconda metà del secolo) aumentano le possibilità espressive della luce. Si afferma il melodramma, autori: Rossini, Bellini, Donizetti, Verdi. Nasce il fenomeno del divismo: l’attore si specializza in ruoli. Si afferma il Realismo: la storia deve essere oggettiva, la scenografia copia perfetta del reale, i personaggi a tutto tondo nasce il dramma borghese.
Il teatro del Novecento considera la luce uno dei linguaggi teatrali più suggestivi. Nasce la figura del regista:  “colui che capisce un testo, ne estrae la sostanza teatrale, la traduce in quella materiale sulla scena, coordinando attori, scene, costumi, luci, musiche, macchine”. Lo spazio teatrale nel Novecento si svuota di scenografie ingombranti e diventa praticabile; lo spazio globale comprende attori e pubblico e muore ogni idea di illusionismo tecnico: cade la quarta parete. Nel Novecento insomma il teatro diventa:
Teatro futurista
Teatro pirandelliano
Teatro dell’assurdo
Il teatro deve ricreare sulla scena non la realtà, ma un’altra realtà, quella dell’arte.
Si inventano nuovi codici comunicativi e lo spettatore è soggetto attivo in quanto deve decodificare codici non abituali. L’attore passa in secondo piano rispetto al regista. È un professionista, un creativo che segue un metodo per immedesimarsi nel personaggio. Si riscopre l’importanza del corpo nella comunicazione. Si diffonde il Metodo Stanislavskij!
METODO STANISLAVSKIJ
Pone l’attore al centro del processo creativo: il suo compito non è quello di recitare, ma quello di essere se stesso, dopo essersi calato interamente nel personaggio cui sta dando vita. L’attore non imita, ma diventa il personaggio che deve rappresentare, in una sorta di gioco. Per Stanislavskij l’attore non recita, ma trova nel personaggio quella identità che la realtà gli nega.
 
A questo punto occorre fermarsi, per gustare insieme la storia contemporanea del nostro amato Teatro.
 

Storia del Teatro

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10.09.2013 23:29
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